Non si placa in Turchia la polemica dopo che, qualche giorno fa, il premier Recep Tayyip Erdogan ha cancellato l’accredito stampa a sette giornalisti per partecipare alle conferenze stampa del primo ministro. Un gesto che gli ha fatto guadagnare l’accusa di voler limitare la libertà di stampa. I giornalisti a cui è stato revocato l’accredito sono Abdullah Karakus del quotidiano Milliyet, Turan Yýlmaz e Hasan Tufekci di Hurriyet, Veli Toprak di Vatan, Fatma Cozen di Star TV, Ali Ekber Erturk di Aksam and Sultan Özer di Evrensel.
Il primo a gettare benzina sul fuoco, come prevedibile, è stato Deniz Baykal, segretario del Chp, il Partito repubblicano del Popolo, che ha accusato il premier di essere un fascista e un dittatore.
Infuriate anche le associazioni di categoria. Oktay Eksi, capo dell’Ordine della Stampa, ha annunciato che i giornalisti a cui è stato revocato l’accredito si rivolgeranno agli organi giudiziari competenti. L’unione turca dei giornalisti intanto ha diffuso un comunicato stampa dicendo che quanto successo è un atto contro la libertà d’espressione. ”La decisione di non permettere al alcuni giornalisti di coprire gli eventi che riguardano il primo ministro ha lavorato per abbattere il diritto dei reporter per seguire liberamente il capo del governo e informare liberamente la gente”.