Berlino, 8 dic 2008 – Chi scrive di mafia, ‘ndrangheta, sacra corona unita o camorra, sa che prima o poi dovrà fare i conti con qualche avvertimento, anche piccolo, che arriva dal crimine organizzato. Chi frequenta i tribunali e segue dibattimenti di processi che coinvolgono esponenti di clan o anche semplici affiliati, inevitabilmente si trova a contatto con un famigliare o un emissario che ti dice di come il tuo articolo non sia piaciuto, perché non farebbe emergere in maniera chiara la verità. Questo è il primo livello di avvertimento. Già perché in quel momento non si sta scrivendo per un’inchiesta, ma soltanto per parlare di episodi criminosi già avvenuti e documentati dalle indagini di magistratura e forze dell’ordine.
Diverso è scrivere di fatti che scaturiscono da indagini svolte da giornalisti coraggiosi, purtroppo sempre meno, che sanno condurre un’inchiesta e portare allo scoperto veri carcinomi sociali che inquinano ed a volte distruggono intere comunità. In questo caso l’atteggiamento del crimine organizzato cambia drasticamente. Perché non solo si mette a rischio l’economia del clan, ma soprattutto si crea qualcosa di più temibile: la presa di coscienza di chi subisce tale sistema. Il libro Gomorra è il paradigma di questo ragionamento e sappiamo quali siano state le conseguenze per l’autore. Ora ci risiamo, in una sorta di gomorra alla tedesca.
La notizia ha trovato poco spazio sui quotidiani nazionali, anzi si può dire che non ha trovato alcuno spazio, se non in una testata locale calabrese, Calabria Ora, diretta da Paolo Pollichieni, che ha sbattuto il fatto con vigore in prima pagina. La giornalista Petra Reski, del settimanale tedesco Die Zeit, ha subito diverse intimidazioni dopo la pubblicazione del suo libro “Mafia. Von Paten, pizzerien und falschen priestern” tradotto è “Mafia. Di padrini, pizzerie e falsi sacerdoti”.
Questo libro-inchiesta sta causando non pochi problemi alla sua autrice, che ha dovuto subire non solo intimidazioni, ma anche censure. La Reski ha effettuato un’inchiesta sulla più importante organizzazione criminale tedesca, la ‘ndrangheta calabrese. La strage di Duisburg del 15 agosto 2007 è la dimostrazione che il sodalizio criminale ha ormai preso coscienza della propria forza.
La Frankfurter Allgeimeine Zeitung ha scritto che il libro della Reski è il miglior volume mai pubblicato in lingua tedesca sull’argomento. Il settimanale Der Spiegel ha dedicato ampio spazio all’opera, stigmatizzando il blocco temporaneo della seconda edizione, a causa di un provvedimento del tribunale di Monaco giunto su richiesta di alcuni personaggi che, come scrive la Reski, negano l’esistenza della ‘ndrangheta. Le stesse persone che l’hanno querelata, le stesse persone che risultano indagate per riciclaggio e per aver coperto la fuga di due latitanti. E’ la stessa autrice a scriverlo citando rapporti tratti da inchieste della polizia tedesca.
Secondo i giornali tedeschi quello della Reski potrebbe essere un nuovo caso “Gomorra”. Ed è la conferma che mafia, camorra e ‘ndrangheta, sono talmente forti sul nostro territorio da poter diventare forti in altre parti d’Europa, come Norvegia, Danimarca e Svezia, difficilmente aggredibili per la loro struttura sociale. (articolo 21)