Che idea ha il Partito Democratico delle relazioni sindacali e del welfare? Francamente è difficile dirlo. Possibile che da un parte faccia un´interrogazione sul licenziamenti a La7, discussa oggi alla Camera, e dall´altra inviti il direttore del Tg dell´emittente, Antonello Piroso, a moderare un dibattito proprio sui temi del lavoro? Quel Piroso, ricordiamo, che ha posto la sua firma in calce alla richiesta aziendale di licenziare un quarto della sua redazione e che a tutt´oggi rifiuta di impiegare giornalisti della testata nelle sue trasmissioni, preferendo sfruttare dei precari assunti con pagamenti a fattura o con contratti di collaborazione?
Avremmo preferito che i vertici del partito alzassero alta la loro voce contro l´impoverimento dell´offerta informativa e la distorsione delle notizie appaltate ai soliti service o a società esterne, sempre le stesse, che quasi mai applicano il contratto di lavoro giornalistico. Dai democratici avremmo voluto sentire, e qualcuno l´ha fatto di sua iniziativa, levarsi la protesta per un licenziamento collettivo di giornalisti che colpisce proprio l´emittente che più di altre ha fatto dell´informazione il fiore all´occhiello. Invece, si preferisce dare una ribalta così prestigiosa a chi si schiera contro i propri colleghi e avalla una deregulation che mina il concetto stesso di contratto di lavoro e più in generale di welfare.
“OLTRE LA CRISI, L´impresa italiana riparte dal lavoro”, “DIRITTI AL FUTURO Contrasto alla precarietà e tutela dei diritti”, sono due dei titoli del convegno del Pd: non suona un po´ strano che a introdurre e moderare questi temi sia qualcuno che ha sottoscritto e avallato la richiesta di 25 licenziamenti?