Modena, 11 apr 2010 – Il giornalista e scrittore Edmondo Berselli è morto oggi al policlinico di Modena dopo un lungo periodo di malattia. Berselli era nato il 2 febbraio 1951 a Campogalliano, in provincia di Modena, aveva dunque 59 anni. Berselli era una delle figure più eclettiche dell´editoria e del giornalismo italiano. Editorialista di politica per Repubblica e collaboratore di L´Espresso, osservatore attento della società italiana, fustigatore – se necessario – delle sue debolezze e delle contraddizioni della politica con l´occhio dello spirito libero e, senza tentennamenti, laico e repubblicano. E, insieme, narratore – negli articoli e nei libri – delle passioni (e delle cadute di stile) dell´Italia della musica, dello sport, del mondo culturale e dei suoi salotti. Fino alla gastronomia. Forse un titolo – Quel gran pezzo dell´Emilia. Terra di comunisti, motori, musica, bel gioco, cucina grassa e italiani di classe – sembra metterle insieme tutte mostrando un osservatore poliedrico e senza paraocchi della società italiana. La stessa vena che ha messo nei suoi libri di analisi della politica – che è riuscito sempre a trasformare in analisi della società – e nei tanti articoli scritti via via per diversi giornali fino all´approdo a Repubblica. Un metodo che nel 2003, con Post-italiani, lo fece considerare come un analista quasi profetico di questa nostra società. Compresa la sua analisi disincantata, e forse per questo ancor più incalzante, del fenomeno Berlusconi nei tanti editoriali per Repubblica. Fino al fondo sul “padrone Berlusconi” del 17 marzo scorso, e alla puntura “La Vacanza” del 3 aprile. Gli ultimi. Tutte passioni, a partire dalla critica della politica, che Berselli coltiva nel laboratorio bolognese del Mulino dove si incrociano – ma questa è storia della politica italiana – da Andreatta a Scoppola, a Giugni, a Pasquino a Panebianco. Esperienza che diverrà il crogiolo culturale anche dell´impegno diretto in politica di Romano Prodi.Inizia alla fine degli anni ´70 come correttore di bozze della casa editrice, della quale diverrà il direttore editoriale, e lega la sua vita culturale e lavorativa all´editrice e alla rivista bolognese di cui diverrà direttore modificandola profondamente. Intanto collabora alla Gazzetta di Modena, il primo passo del rapporto con numerosi giornali fino al suo arrivo a Repubblica nel 2003. Con il suo stile e le sue analisi – spesso ironiche e divertenti – a tutto campo. Modi diversi di raccontare l´Italia che costruiscono l´analisi della società e della politica con la sensibilità di un intellettuale che vuole farlo suonando più tasti possibile. Basta mettere in fila solo alcuni dei suoi libri. C´è il best-seller Sinistrati. Storia sentimentale di una catastrofe politica con l´ironico commento della sconfitta del Pd nel 2008. Ma anni prima c´era l´altrettanto noto Canzoni, un ritratto della società italiana dagli anni ´50 ad oggi attraverso la musica leggera. E ancora Il più mancino dei tiri, dedicato a Mariolino Corso e attraverso lui al fenomeno calcio. Per arrivare al ritratto dissacrante del mondo culturale italiano con Venerati maestri, operetta morale sugli intelligenti d´Italia. L´ultima fatica, personalissima e toccante, lo scorso anno con Liù. Biografia morale di un cane. Quasi un addio.