Roma, 7 lug – Il capogruppo del Pdl in commissione Giustizia della Camera Enrico Costa domani chiedera´ di far slittare il termine per le presentazione degli emendamenti al ddl Intercettazioni. E´ questa la novita´ che emerge dalla Consulta della Giustizia che si e´ riunita questa sera nella sede del partito. ´´Abbiamo bisogno di piu´ tempo per mettere a punto gli emendamenti´´ spiega uno dei ´tecnici´ della giustizia. Perche´ l´intenzione, spiegano, e´ quella di accogliere le osservazioni ´´arrivate anche dal Quirinale´´. Quindi si dovranno esaminare bene ´´tutti i punti piu´ controversi´´, osservano. Ma per far questo ´´con il dovuto equilibrio´´, servira´ un po´ piu´ di tempo. Il termine per la presentazione delle proposte di modifica potrebbe slittare, dunque, a martedi´ della prossima settimana. Lo slittamento, si sottolinea, sara´ anche breve per ragioni tecniche, ma dara´ il tempo ai componenti della Consulta di vedersi di nuovo per fare il punto. La prossima riunione dell´organismo presieduto dal legale del premier e deputato del Pdl Niccolo´ Ghedini e´ stata fissata, infatti, per lunedi´ prossimo. E i ´nodi´ che si tentera´ di sciogliere riguarderanno per lo piu´ le intercettazioni ambientali; le sanzioni (giudicate troppo alte) per il cosiddetto emendamento D´Addario; la riduzione delle sanzioni per gli editori; la proroga di tre giorni in tre giorni degli ´ascolti´. Ma uno slittamento dei tempi per l´esame del provvedimento potrebbe dipendere anche dalla Manovra. E´ molto probabile infatti che questa arrivera´ dal Senato a Montecitorio non prima della meta´ del mese. E sono in molti, allo stato, a scommettere che anche il voto della Camera slittera´ a dopo l´estate. Nonostante la previsione giudicata ´´ottimistica´´ del ministro degli Esteri Franco Frattini secondo il quale il via libera di Montecitorio potrebbe arrivare gia´ entro la pausa estiva. Finiani e berlusconiani, insomma, ci stanno provando a lavorare insieme sul ddl Intercettazioni. E se ci riusciranno, ´´nulla quaestio´´: i tempi potranno essere rapidi e i cambiamenti indolori. Se invece, da qui a martedi´ prossimo, il clima dovesse cambiare di nuovo, allora, assicura la pattuglia dei finiani, ´´ognuno presentera´ i propri emendamenti´´. E a quel punto la partita potrebbe complicarsi visto che alcuni di loro sarebbero pronti a votare le proprie proposte di modifica e non quelle targate Pdl. ´´Ci butteranno fuori dal partito?´´ ragiona un tecnico vicino al presidente della Camera, ´´bene. Finalmente accadra´ quel che doveva accadere da tempo. Ci divideremo e ognuno andra´ per la propria strada. Voglio vedere poi cosa succedera´ anche in vista delle prossime elezioni…´´. ´´E´ una delicata partita a scacchi´´, commenta un altro deputato vicino a Fini, ´´che comunque intendiamo giocare con equilibrio e con la dovuta cautela´´. Secondo quanto si apprende, sempre in casa Pdl, il ministro della Giustizia Angelino Alfano avrebbe cercato in queste ore di sondare per l´ennesima volta le intenzioni del Quirinale. Ma dal Colle non sarebbe arrivato alcun suggerimento concreto visto che i punti critici, sarebbe stato detto dal Colle, ´´si conoscono sin troppo bene´´. I giornalisti intanto confermano lo sciopero dell´8 e del 9 luglio, mentre il settimanale ´´Famigli Cristiana´´ dice ´no´ ad una ´´legge liberticida che colpisce volutamente il sacrosanto diritto dei giornali ad informare e quello dei cittadini ad essere informati´´.________________________________________________________________BERLUSCONI SU FINI, SI FARA´ FUORI DA SOLO. Andare avanti con l´azione di governo, dalle intercettazioni alla manovra, di fatto ignorando la ´guerra´ con Gianfranco Fini. Silvio Berlusconi prosegue nel suo tentativo di tradurre il ´ghe pensi mi´ in atti concreti. Riunisce i vertici del partito (coordinatori e capigruppo), allargando l´incontro ai ministri Franco Frattini e Altero Matteoli. Ma chi si aspetta colpi di scena, soprattutto nel contrastato rapporto con il presidente della Camera, rimane deluso: dal vertice, piu´ che novita´, arrivano soprattutto conferme. In primo luogo sul partito. Nel corso dell´incontro e´ stata ribadita la linea emersa ieri nell´incontro ´ristretto´ agli ex Fi (che pare non sia stato molto gradito a Maurizio Gasparri e Ignazio La Russa). Un secco ´no´ alle correnti e un deciso ridimensionamento delle fondazioni. Queste ultime, saranno infatti ´´coordinate´´ dal Pdl e dovranno limitarsi a dare un contributo culturale al partito. La presenza di Frattini (uno dei fondatori di ´Liberamente´, l´ultima stella nata nella galassia del Pdl), pare non fosse affatto casuale. Una possibile lettura di questa strategia, e´ che Berlusconi lungi dall´essersi disinnamorato del Pdl, lo voglia rafforzare a scapito di club, fondazioni, associazioni e quant´altro fornisca benzina al fuoco di chi punta a formare correnti. E, secondo un dirigente del Pdl, dietro questa impostazione vi sarebbe la convinzione che il peso specifico di Fini nel partito sarebbe sempre piu´ leggero. L´altra conferma si e´ avuta sulla manovra. Berlusconi e Tremonti sono stati chiarissimi: il decreto non si tocca e sara´ blindato con la fiducia sia al Senato che alla Camera. Alle regioni, soprattutto a quelle virtuose, sono lasciati pochissimi margini di manovra. Ma i governatori non saranno gli unici a dover subire questo diktat: anche i ´finiani´, che erano pronti ad una ´contromanovra´, dovranno adeguarsi alla volonta´ del premier e del ministro dell´Economia. L´altro piatto forte nel menu´ del vertice sono state le intercettazioni. Ma anche su questo punto non ci sono grandi novita´: Berlusconi conferma di voler modificare il ddl, apportando quegli aggiustamenti che eliminino i ´´punti critici´´ gia´ richiamati dal capo dello Stato. L´obiettivo e´ evitare possibili rilievi costituzionali, senza stravolgere le finalita´ del testo ed in particolare la parte relativa alla difesa della privacy. Il tutto nella speranza di chiudere la partita il prima possibile, magari entro l´estate: se non con il voto definitivo, almeno con un´intesa ´politica´ sul testo. Ad ogni modo, Berlusconi prosegue nel tentativo di appeasement con Giorgio Napolitano: una volonta´ confermata dalla richiesta di scuse fatta al presidente della Repubblica, nel corso di un breve colloquio a margine del Consiglio supremo di Difesa, per quanto scritto da ´Il Giornale´ sull´emendamento proposto e poi ritirato dal Pd sul ´Lodo Alfano´. Una occasione che potrebbe essere servita anche per fare un rapido giro di orizzonte sui principali temi di attualita´ politica. L´ultimo capitolo affrontato durante il vertice e´ stato Fini. Ma anche qui poche le novita´. Di certo non si e´ stabilito un piano per ´rompere´ con l´ex leader di An. Raccontano che il premier abbia assunto nei suoi confronti un atteggiamento di distacco: si fara´ fuori da solo, sarebbe stato il ragionamento. Un modo per dire che il Cavaliere lo attende al varco, non tanto sulle intercettazioni, ma semmai sulla manovra. Sul primo punto, infatti, e´ ovvio che se i ´finiani´ dovessero votare contro il ddl sugli ´ascolti´, si porrebbero automaticamente fuori dal partito. Ma la convinzione del premier, sostenuta da quasi tutti i maggiorenti del Pdl, e´ che non lo fara´, a maggior ragione se il testo fosse modificato come chiesto dal Colle. Diverso il discorso sulla manovra. C´e´ infatti chi prevede che lo scontro vero si avra´ proprio sulle misure ´blindate´ da palazzo Chigi e da via XX settembre. La fiducia e i tempi strettissimi per l´approvazione, mettono Fini e i suoi fedelissimi di fronte a un aut aut: prendere la manovra cosi´ com´e´ o assumersi al responsabilita´ di non varare misure ben viste anche dall´Europa. Ecco il cul de sac in cui il premier sta cercando di infilare l´ex leader di An: decidere se subire le decisioni vidimate ad Arcore o rompere definitivamente. (ansa)