Roma, 10 nov – ´E´ solo un soffio d´aria il ridimensionamento dei tagli all´editoria contenuto nel maxi emendamento alla legge di stabilità. Meglio di niente. E´ un piccolo risultato delle azioni portate avanti dagli organismi di settore per sostenere il pluralismo dell´informazione e aprire una fase di transizione verso una riforma degli interventi pubblici, che ha trovato autorevole ascolto e risposta nel Capo dello Stato´. Lo scrive il segretario della Fnsi, Franco Siddi, in una nota. ´´Ma 20 milioni in meno di tagli – prosegue Siddi – a fronte di oltre 50 che rimangono e che sono ben superiori alle dimensioni delle sforbiciate medie di tutti i settori mettono in ginocchio decine e decine di testate, in crisi centinaia di posti di lavoro di giornalisti e alcune migliaia di operatori diretti e indiretti del settore. Immaginare una tenuta, gia´ nel breve periodo, per giornali di idee, gestiti in cooperativa o da centri no profit, o pubblicati all´estero o per le minoranze linguistiche diventa ora molto, molto problematico. L´emergenza non puo´ non impegnare il Parlamento, alla ricerca di soluzioni sostenibili. E´ un appello forte per l´equita´ e lo sviluppo´´. ´´Nello stesso tempo – conclude Siddi – al Governo che ancora c´e´ e soprattutto a quello che verra´ chiediamo tre piccole cose immediate: 1) l´assegnazione ai capitoli del ministero dell´Economia del debito dello Stato verso le Poste, con ricalcolo dei fondi dell´editoria; 2) l´assegnazione all´emittenza locale del minore taglio di 80 milioni iscritto nel maxi emendamento per il ministero delle Poste; 3) l´introduzione di un´aliquota dell´1,2% sulla pubblicita´ televisiva per finanziare almeno in parte il pluralismo dei media e il welfare del settore´´. (ansa)_______________________________________________________CGIL, RIDUZIONE TAGLI EDITORIA NON BASTA. ´Ridimensionati leggermente i tagli del governo all´editoria: un primissimo risultato della iniziativa di questi mesi che pero´ non basta assolutamente´´. E´ quanto afferma il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, in merito ai provvedimenti contenuti nel maxiemendamento del governo alla legge di stabilita´. Secondo il dirigente sindacale ´´le testate che sarebbero comunque sopravvissute lo faranno un po´ meglio, ma chi avrebbe dovuto chiudere ha ancora davanti questo destino. Gran parte delle attuali 450 mila copie spariranno nel corso del 2012 mentre 4 mila lavoratori poligrafici e giornalisti finiranno in cassa integrazione o se precari perderanno direttamente il lavoro. Si creeranno ripercussioni nelle aziende che producono carta e stampano le testate, con ulteriori gravi problemi sui lavoratori. Un fatturato di circa 500 milioni di euro andra´ in gran parte a morire´´. Fammoni fa notare inoltre come ´´lo Stato perdera´ risorse che provengono dall´Iva, dalle tasse e dai contributi e dovra´ pagare risorse ingenti per gli ammortizzatori sociali con un bilancio in perdita gia´ dal 2012. Questo significa i tagli ai fondi per l´editoria e il massacro mediatico produttivo ed occupazionale che ne consegue. Tutto questo per tagliare voci libere dell´informazione, una ossessione di questo governo, poiche´ dal versante economico non e´ spiegabile ne´ motivabile. Questo insensato proposito – conclude – deve essere fermato´´. (ansa)