Mosca, 16 dic – Un altro giornalista assassinato. Rapimenti, arresti arbitrari, omicidi extragiudiziali, torture sui prigionieri, persecuzione dei familiari dei ribelli, violazioni dei diritti umani nella lotta al terrorismo nel Caucaso, e corruzione. Racconta tutto questo ´Cernovik´, il settimanale d´opposizione fondato da Hadzhimurad Kamalov, il giornalista 46enne freddato ieri sera poco prima della mezzanotte da 8 colpi di pistola mentre usciva dalla redazione a Makhachkala, capitale del Daghestan: la repubblica del Caucaso russo oggi piu´ instabile e violenta. Nei suoi editoriali Kamalov criticava aspramente la corruzione delle autorita´ locali, e gli abusi compiuti nell´impunita´ dagli uomini del ministero degli interni. E infatti, secondo gli inquirenti, l´omicidio e´ quasi certamente legato ´´alla sua attivita´ professionale´´. Ma l´opinionista era attivo anche in altre attivita´ pubbliche: a fine novembre, megafono in mano, aveva preso parte a una manifestazione che nel centro della capitale daghestana aveva radunato altre 6mila persone per protestare contro gli abusi dei servizi di sicurezza ai danni dei musulmani. Nei giorni successivi, alcuni organizzatori dell´incontro sono stati ´´convocati´´ dalla polizia locale: nel mirino anche per la vicinanza all´Islam rigoroso d´impronta salafita che si sta diffondendo nella regione, a maggioranza musulmana. Ma secondo i giornalisti di ´Cernovik´, spesso il radicalismo e´ usato come scusa dal potere locale per reprimere gli oppositori. Per questo, le autorita´ li avevano bollati come ´´fiancheggiatori dei terroristi´´: diversi i tentativi di chiudere la testata, tutti falliti. Nel 2009 proprio il nome di Kamalov era apparso in un´anonima lista di ´´persone da eliminare´´ fatta circolare in Daghestan da ignoti. ´´Uccidendo una persona in operazioni fuorilegge, le forze dell´ordine ne spingono altre 150 alla lealta´ verso i militanti ribelli´´, ci disse quando lo incontrammo allora nella sede del giornale e della casa editrice Svoboda Slova (Liberta´ di parola) del quale era direttore e davanti alla quale ieri e´ stato colpito. Kamalov non e´ il primo giornalista caduto in Daghestan negli ultimi anni: nel 2008 furono uccisi Abdullah Aliciaiev, vedette dell´emittente locale TV-Chirkei che si occupava di temi religiosi, e Gadij Abachilov; nel 2009 Malik Akhmedilov, reporter per Khakikat (Verita´). Dal 1992 sono almeno 32 i cronisti eliminati in Russia, le vittime piu´ note, Anna Politkovskaia e Natalia Estemirova. Oggi l´Osce ha condannato duramente l´omicidio definendolo ´´un colpo mortale alla liberta´ di stampa´´. (ansa)