Roma, 26 gen – L´editoria italiana perde copie e cambia pelle. Nel 2009 l´industria editoriale italiana registrava una perdita del 4,3%. Il settore librario in particolare era in sottile flessione negativa. Nel 2010, secondo il Rapporto sullo stato dell´editoria in Italia, a cura dell´ufficio di studi Aie, il mercato editoriale italiano tornava a crescere, seppure di uno 0,3%, per un fatturato complessivo di 3,4 miliardi di euro. Ad allineare i dati e´ il 24° Rapporto Italia dell´Eurispes, sottolineando la conferma di una riduzione dei titoli e delle copie e indicando che ´la crisi economica e´, senz´altro, la chiave per spiegare una simile riduzione dell´offerta”. Da non sottovalutare pero´, per l´Eurispes, e´ il mutamento che tutta la filiera editoriale sta attraversando, sempre piu´ attenta alle possibilita´ offerte dal web e dalle tecnologie digitali.
L´editoria on demand, nata grazie allo sviluppo delle tecnologie digitali, rappresenta una valida alternativa al comune canale di vendita, utile soprattutto per una produzione di nicchia e settoriale, si pensi alla letteratura scientifica e accademica, a tiratura limitata e da cui possono trarre vantaggio soprattutto gli autori emergenti. Nel solo biennio 2006-2007 il numero di editori che si e´ avvicinato alla stampa digitale o al print on demand e´ quasi raddoppiato: e´ passato dai 235 del 2006 ai 413 del 2007. Sebbene il numero degli editori che ricorrono a queste nuove modalita´ sia ancora ridotto rispetto alle realta´ editoriali esistenti (il totale degli editori censiti per il 2006 e´ di 7.547 e per il 2007 e´ di 8.373), il dato e´ comunque indicativo di una tendenza sempre piu´ diffusa nel mondo editoriale, ossia quella di sfruttare al massimo le chances offerte dalle nuove tecnologie e da Internet, laddove soprattutto si cerca di rispondere al crescente pubblico di clienti orientati all´e-commerce anche per quel che concerne il comparto editoriale.
L´editoria degli ultimi venti anni ha inglobato elementi prima estranei all´editoria tradizionale della carta stampata, creando un mercato in cui il libro, seppure primeggiando, deve condividere i suoi spazi con prodotti elettronici (cd-rom e dvd), servizi digitali (banche dati e servizi Internet) ed e-book: un mercato digitale, insomma, che rappresenta attualmente il 10% del mercato editoriale complessivo, valore per lo piu´ stazionario dal 2007 al 2010. Il mercato degli e-book in Italia e´ estremamente giovane, per cui risulta abbastanza difficile tracciarne un quadro rappresentativo ed esauriente: nasce nel 2010 offrendo a gennaio 1.601 titoli italiani attivi in formato e-book (ovvero leggibili su un dispositivo dedicato), per arrivare a 6.950 a fine anno per un fatturato di 1,5 milioni di euro ed un totale di 380.000 e-reader venduti (il prezzo medio di un reading device e´ ancora abbastanza alto, tra i 200 e i 300 euro).
L´Ufficio studi Aie rileva inoltre che la quota di mercato rappresentata dagli e-book sul mercato totale del libro e´ ancora decisamente modesta, lo 0,05%, soprattutto se confrontata con le percentuali relative agli Usa (8-10%) e al Regno Unito (2-3%); i restanti paesi dell´Ue considerati mostrano, invece, un mercato certamente piu´ vitale di quello italiano, tuttavia non troppo brillante (in Francia la quota di mercato e´ del´1,5%; in Spagna non supera lo 0,1%, mentre in Germania si attesta allo 0,5%). Se il decollo del mercato italiano degli e-book sembra stentare nel 2010, il 2011 registra un progressiva accelerazione, come dimostrano le cifre relative all´offerta dei titoli e-book che da 6.950 del dicembre 2010 arrivano a: 7.559 a gennaio 2011; 8.186 a febbraio 2011; 8.932 a marzo 2011; 11.271 a maggio 2011; 17.951 a settembre 2011; 18.816 a novembre 2011; 19.500-20.000 a dicembre 2011 (previsione). Significativo che dei 342 editori di e-book attualmente in Italia piu´ dei due terzi, ovvero 284, siano piccoli editori; ancora piu´ significativo il fatto che nel 2010 fossero solo 94, a dimostrazione di come i fenomeni legati alla Rete e alle nuove tecnologie digitali possano rappresentare un´alternativa di sviluppo soprattutto per quelle realta´ medio-piccole altrimenti poco raggiungibili dal mercato tradizionale. (adnkronos)