Cerca
Chiudi questo box di ricerca.

Politica & media: art 18, Repubblica svela accordo tra Monti e Camusso e scoppia la bufera

Condividi questo articolo:

Roma, 12 feb – L´articolo 18 torna ad infiammare il confronto tra il governo e le parti sociali con una sterzata che rischia di mettere a repentaglio i passi in avanti al tavolo della trattativa sulla riforma del mercato del lavoro. Provocando, allo stesso tempo, attriti con la ´maggioranza´ politica proprio alla vigilia del delicato passaggio in Parlamento sulle liberalizzazioni su cui il premier spinge a fondo chiedendo un accordo di maggioranza, nei prossimi giorni, che si potrebbe tradurre in ´lievi modifiche´ e in una nuova richiesta di fiducia alle Camere. Il quotidiano La Repubblica annuncia in prima pagina un sostanziale via libera della Cgil ad un´ipotesi di accordo sui licenziamenti, attraverso un ´compromesso´ che sarebbe stato raggiunto in occasione di un incontro segreto tra il premier Mario Monti e la segretaria della Cgil, Susanna Camusso. Una ricostruzione che manda su tutte le furie il sindacato di Corso d´Italia che smentisce categoricamente l´incontro, pretende analoga smentita dal governo, senza pero´ ottenere soddisfazione dal quotidiano diretto da Ezio Mauro che conferma, per filo e per segno, la sua ricostruzione dei fatti. Facendo cosi´ montare un caso che prende le fattezze di un vero e proprio ´giallo´, alimentato da retroscena e sospetti incrociati, su mandanti e traditori.

A smentire i contatti – ´´non vi e´ stato nessun incontro ne´ colloquio´´ – tra il Presidente del Consiglio e la Segretaria generale della Cgil e´ una nota ufficiale concordata tra palazzo Chigi e il sindacato dopo una telefonata tra lo stesso Monti e Camusso. Ma la rabbia della Cgil si sfoga presto, in modo meno ufficiale, su Twitter dove si sostiene che ´´l´incontro segreto e´ una grave invenzione´´, che le posizioni della Cgil sull´articolo 18 ´´sono note e stranote´´ e dunque si chiede: ´´Qualcuno vuol far saltare il confronto?. Chi vuole forzare la mano?´´. E ancora, ´´Noi non subiremo pressioni improprie´´, la Cgil ´´non dira´ si´ a tutti i provvedimenti a prescindere dalle proprie idee´´. Una precisazione che suona un po´ come avvertimento. Se dietro alla Repubblica, pare dire il sindacato, si nasconde il partito di chi vuole forzare per un si´ incondizionato della Cgil alla riforma che vuole il governo, sappia che trovera´ Corso d´Italia di traverso. Nonostante la sua forte reazione, la Cgil appare pero´ sola nella denuncia di quelle che definisce ´´improprie pressioni´´.

Le forze politiche tacciono. Anche il Pd pare stare a guardare. A parte una dichiarazione Cesare Damiano non ci sono altre reazioni. A Largo del Nazareno si attende di vedere come si sviluppa il confronto tra le parti. ´´Abbiamo fiducia che quel tavolo sia in grado di trovare un positivo punto di incontro” dice l´ex ministro del lavoro. Ma al tavolo si inizia a fare largo la posizione della Cisl che, con la contrarieta´ della Cgil, punta ad arrivare alla trattativa con il governo con una sorta di Avviso Comune delle parti sociali e che, soprattutto, ha lanciato una proposta di mediazione sui licenziamenti economici individuali, sostanzialmente in linea con la posizione del responsabile economico del Pd, Stefano Fassina. Proprio la Cisl e´ tra i pochi a commentare il presunto incontro Monti-Camusso: ´´fa sorridere che taluni discutano sotto banco quello che altri fanno sotto la luce del sole´´ si legge in un laconico post sempre su Twitter. Ma a parte Bonanni, a parte Di Pietro, che vuole togliere dalla riforma l´articolo 18, reazioni non si notano. I partiti di maggioranza sono alle prese con il decreto liberalizzazioni che dovra´ essere discusso al Senato. Un capitolo anche questo delicato su cui Mario Monti spinge per trovare rapidamente una mediazione tra la sua impostazione e alcune, poche, concessioni che potranno essere fatte ai partiti. Un lavoro di bilancino che sara´ blindato da un´intesa di maggioranza, in settimana, da stringere con Alfano, Bersani e Casini. Intesa che potrebbe essere suggellata, appunto, con la richiesta di un nuovo voto di fiducia. (ansa)

Il network