Cerca
Chiudi questo box di ricerca.

Libertà di informazione: Magdi Allam condannato, in un libro diffamò i due inviati in Iraq Battistini e Maisano

Condividi questo articolo:

Milano, 24 feb – L’europarlamentare ed ex vicedirettore del Corriere della Sera, Magdi Allam, ha diffamato due giornalisti, inviati nel 2003 in Iraq, scrivendo in un suo libro che i colleghi firmavano i loro servizi da Bassora, mentre, secondo lui, si trovavano altrove. Lo ha stabilito la giudice della prima sezione civile di Milano, Serena Baccolini, dichiarando la ´natura diffamatoria´ di alcune ´frasi riportate nel libro intitolato Io amo l’Italia ma gli italiani la amano?, e disponendo anche la cancellazione dei passaggi ´incriminati´ dalle nuove edizioni, quando la sentenza passerà in giudicato. Nei passi contestati del libro, scrive la giudice, ´Magdi Allam riferisce delle reiterate richieste del Direttore di La Repubblica (nel 2003 Allam era stato inviato dal quotidiano romano in Iraq, ndr) di avvicinarsi a Bassora come i colleghi inviati da altre testate che da quel luogo avevano nei giorni pregressi inviato delle corrispondenze”. Il fatto che quei colleghi scrivessero da Bassora, però, è “circostanza che l’autore (Allam nel libro, ndr) presenta ai lettori come non vera”, “accusandoli infondatamente di comportamenti scorretti nell’esercizio della professione giornalistica”. La giudice ha dato ragione, riconoscendogli anche un risarcimento, ai giornalisti Francesco Battistini e Leonardo Maisano, che all’epoca erano in Iraq rispettivamente per il Corriere della Sera e il Sole24ore, rappresentati dalle avvocate Anna Carabelli e Cristina Poma. L’eccezione della difesa “inerente alla non identificabilità del Maisano”, scrive il Tribunale, “poiché mai identificato nominativamente, è infondata”, perché Allam nel libro parla dei giornalisti che poi vennero catturati a Bassora il 28 marzo 2003, tra cui c’erano proprio Battistini e Maisano. “Ha necessariamente voluto fare riferimento – si legge ancora nella sentenza – proprio a quei professionisti inviati in Iraq”. Le affermazioni dell’autore, conclude la giudice che ha condannato anche la “società Arnoldo Mondadori Editori” che ha pubblicato il libro, “sono frutto di una falsa ricostruzione dei fatti” ed “esprimono un’illegittima accusa di mentire e falsificare le notizie”.(ANSA).

Il network