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Freelance: ok alla Camera alla legge sull´equo compenso. Ora al Senato per il sì definitivo

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Roma, 28 mar – Addio articoli pagati pochi euro e giornate intere passate al lavoro per mettere poi in tasca una manciata di spiccioli? E´ presto per dirlo, ma la legge sull´equo compenso, approvata alla Camera e approdata ora al Senato per il via libera definitivo, rappresenta una speranza per l´esercito delle giornaliste e dei giornalisti precari, costretto a fare i conti con la crisi dell´editoria. Il testo, firmato da parlamentari di tutti i gruppi, e´ stato votato all´unanimita´ in sede legislativa dalla Commissione Cultura di Montecitorio, dopo il parere favorevole del governo, certificato dal sottosegretario Paolo Peluffo. Il presidente del Senato, Renato Schifani, dopo un colloquio con il presidente dell´Ordine delle giornaliste e dei giornalisti Enzo Iacopino, ha garantito il suo impegno per un rapido esame del provvedimento a Palazzo Madama. La legge – si legge nel testo – ´´e´ finalizzata a promuovere l´equita´ retributiva dei giornalisti, titolari di rapporto di lavoro non subordinato, in quotidiani e periodici anche telematici, nelle agenzie di stampa e nelle emittenti radiotelevisive´´. Il trattamento economico deve essere proporzionato ´´alla quantita´ e alla qualita´ del lavoro svolto, in coerenza con i corrispondenti trattamenti previsti dalla contrattazione collettiva´´ in favore dei giornalisti dipendenti. La legge istituisce, inoltre, presso il Dipartimento per l´informazione e l´editoria della presidenza del consiglio, una commissione che ´´entro tre mesi dal suo insediamento definisce i requisiti minimi di equita´ retributiva´´ e ´´redige un elenco dei datori di lavoro che garantiscono il rispetto´´ di tali requisiti. Dal 10 gennaio 2012 l´iscrizione nell´elenco e´ requisito necessario per l´accesso ai fondi per l´editoria. ´´La legge sulle precarie e i precari del giornalismo e´ un buon esempio nel campo dei diritti del lavoro´´, afferma il deputato Udc e relatore della legge, Enzo Carra.

Esprime soddisfazione anche Giuseppe Giulietti, parlamentare del gruppo misto e portavoce di Articolo 21, mentre per Silvano Moffa, capogruppo di Pt e autore del provvedimento, si tratta di ´´una legge di civilta´ che pone fine allo sfruttamento di migliaia di lavoratrici e lavoratori´´. ´´E´ ´quasi gol´ – argomenta Iacopino – grazie ad una splendida azione di squadra. Sono norme che da sole, certamente, non cambieranno la situazione fino a quando non collaborera´ pienamente con l´Ordine chi ha responsabilita´ nella categoria e continua a fingere di non accorgersi´´. ´´E´ un ottimo passo avanti per il riconoscimento della pari dignita´ morale e materiale di tutto il lavoro giornalistico, a prescindere dalle condizioni di esercizio´´, commenta la Federazione nazionale della stampa. (ansa)

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