Intanto vi ringrazio sinceramente per questa volontà di confronto e per i mezzi utilizzati, che penso consentano più facilmente di cercare di dare un contributo e di essere partecipe del cammino che dovrebbe portare alla firma del nuovo contratto.
Ho letto il documento del Segretario, e lo condivido soprattutto nell´individuazione dei temi cardine sui quali impostare la discussione sul rinnovo.
Penso al contempo che in vista del tavolo negoziale la priorità debba essere una sola: da parte dell´organismo di rappresentanza dei giornalisti del Lazio deve arrivare chiaro all´Fnsi un monito-grido d´allarme: la stagione dei rinnovi ´a perdere´ è finita. Troppe volte ho già sentito dire che rispetto alle richieste della categoria “gli editori hanno già detto che non ci stanno, quindi se portiamo questa proposta il tavolo salta”. Una trattativa che muore prima di iniziare non può essere certo considerata un successo, sono d´accordo. Ma, viste le condizioni attuali, penso che sia più accettabile (e dignitoso) un tavolo che salta piuttosto che l´ennesima calata di braghe, che sarebbe non un ´semplice´ insuccesso, ma un dramma per la categoria e per il futuro della professione. Il senso di marcia va cambiato adesso.
Ecco, diciamo che questo è il mio punto di vista rispetto al tema del conflitto al quale il Segretario accennava nel documento.
Entrando nel merito delle osservazioni del segretario, penso che nel confronto con gli editori si dovrebbe far leva sull´assunto che le attuali modalità di sfruttamento del lavoro e calo della qualità dell´informazione, così come impostate attualmente (e dato il placet delle attuali leggi sul lavoro), non saranno ancora replicabili né economicamente sostenibili a lungo. La crisi del mercato, unita alla quasi assenza di imprese editoriali ´pure´, hanno portato gli editori a operare in modo ragionieristico, accantonando il tema della qualità per concentrarsi su quello dei tagli e dei risparmi possibili. in questo contesto si inquadra la nascita dell´esercito di atipici e precari, pagati 10 euro e catapultati in strada con biro, macchina fotografica e videocamera, che neanche shiva riuscirebbe a far tutto contemporaneamente. così facendo però la crisi delle imprese editoriali non si né stabilizzata né alleggerita. Si è acuita. proprio perché la minore qualità dell´informazione ha causato sempre più disaffezione da parte dei lettori. E così, invece che rafforzare e ringiovanire le redazioni esistenti, i tagli sono arrivati anche per i ´garantiti´, con stati di crisi e prepensionamenti. Questa è la via della morte per le imprese editoriali. Il vero cambio di tendenza sta nella qualità dell´informazione. E quindi nell´occupazione. Gli strumenti, a mio parere, ci sono:
1) basta con l´uso strumentale dell´articolo 21 della Costituzione. i giornalisti lavoratori subordinati o parasubordinati  DEVONO essere inquadrati all´interno delle attuali fattispecie previste dal contratto di lavoro giornalistico. E se le leggi sul lavoro consentono di fare altrimenti, si realizzi un protocollo d´intesa tra Fieg ed Fnsi a riguardo.
2) il trattamento economico dei free lance va agganciato alla legge sull´equo compenso, e su questo la Fnsi va chiamata a un maggiore senso di responsabilità. Le trattative per la definizione dell´equo compenso sarebbero già definitivamente naufragate (e non è detto che non naufragheranno) se non fosse per la volontà del sottosegretario Legnini di addivenire ad una proposta concreta. La definizione dell´Equo compenso va rilanciata, con un atto di profondo impegno da parte dell´Fnsi, e dovrà costituire il nuovo ´tariffario´ per i free lance´. Il primo passo per dimostrare reale attenzione al problema dei precari, da parte dell´Fnsi, dovrebbe essere quello di pretendere che questo principio sia scritto nero su bianco nel nuovo contratto. Rispetto a questa priorità, a mio parere, il discorso su welfare e contribuzione può venire in un secondo momento.
Con un´azione del genere, palese e decisa, che finalmente riesca a superare la stasi generata dagli interessi di alcuni all´interno della categoria, la Fnsi potrà avere maggiori chances di un riconoscimento di rappresentatività da parte di precari, free lance, espulsi, prepensionati e pensionati. e dunque innestare quel circolo virtuoso per acquisire maggiore autorevolezza al tavolo delle trattative con gli editori.
Grazie
Matteo Valerio