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Raiperunanotte dimostra che la censura non paga

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Raiperunanotte è la conferma che tentare di limitare o impedire la libertà di espressione di tutti non paga. La censura totale nel tempo moderno non regge e gli antidoti che in questa epoca si possono mettere a punto possono fare anche male a chi vuole la censura. Il tema è, ancora una volta, la libertà e su questo terreno non ci può essere discussione che possa considerare legittima qualsiasi forma di censura ancor peggio se preventiva. Il risultato della manifestazione di ieri notte a Bologna conferma quanto in tanti già sapevamo e denunciavamo da tempo e diventa immediatamente un chiaro, ineludibile, campanello di allarme per la tv pubblica, e, più in generale per quella tradizionale. La Rai, anziché accogliere e dare spazio a tutte le voci, a tutte le espressioni culturali, a tutte le idee garantendo la piena libertà di scelta ai cittadini, nonché utenti, lascia uno spazio scoperto e si mette contro una parte del suo pubblico. Ma quello spazio non resta inoccupato e anzi diventa opportunità di una nuova Tv, alternativa se si vuole, che in sé può essere un bene ma è sicuramente anche una necessità proprio per non soccombere alla censura, ma mette a nudo una grave crisi di ruolo e di missione del servizio pubblico. E il servizio pubblico, invece, non può negare a tutti i cittadini di essere davvero di tutti e questo è un ruolo da riconquistare. La Fnsi, in questa circostanza, ha ritenuto di operare in questa direzione, nel segno della sua più alta tradizione di libertà, di accoglienza e competizione di tutte le voci, di partecipazione – una linea tracciata con grande lungimiranza da Giovanni Amendola e dalla sua unione democratica nazionale – sostenendo, al di là dei contenuti, Santoro e la sua redazione nella manifestazione di libertà ieri notte. C’è da chiedersi ancora perché si sia voluta limitare la libertà dei cittadini di essere informati attraverso la televisione pubblica sulle opzioni elettorali. Lo spirito critico – come si vede – non si può annullare. Faremo sempre di tutto perché ciò non accada. Crediamo sempre nella libertà di giudizio del popolo, vogliamo stare sempre nel solco di una tradizione liberale vera, e praticata. Non nel suo contrario – come è capitato con il regolamento della Commissione di Vigilanza e con la sciagurata delibera, a maggioranza, del Cda Rai di chiudere quattro trasmissioni di approfondimento pur di punire quelle meno gradite – e negare piena libertà di conoscenza e di scelta. Per questo continueremo a batterci perché i giornalisti possano lavorare secondo la propria autonomia, tutti avendo pieno rispetto per le opinioni di tutti, pronti a offrire sostegno a chiunque venga impedito di esprimersi.

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