La testardaggine e la determinazione di due colleghi, il bolognese Claudio Visani e la romana Daniela Binello, hanno ricucito uno strappo nei diritti pensionistici dei colleghi.
Con la legge di stabilità appena approvata si potranno ricongiungere ai fini della pensione senza oneri per i colleghi storie professionali che sono passate attraverso diverse casse previdenziali.
Stampa Romana ha sostenuto l’impegno dei colleghi e ha creduto in questa lotta perché, tessendo un lungo filo di Arianna, riporta a unità diritti che erano stati ingiustamente frammentati. Ma il merito è tutto di Claudio e Daniela cui rendiamo il giusto tributo.
Ed è ora che la bella notizia circoli nel modo più opportuno.
Di seguito l’intervento di Daniela Binello.
Lazzaro Pappagallo
Segretario Associazione Stampa Romana
Sì del Senato alla Legge di Stabilità
Il cumulo gratuito dei contributi anche per
giornalisti e professionisti
delle Casse privatizzate è legge
Roma, 9 dicembre 2016
Evviva! Doppio Evviva! Dopo quello della Camera, il 7 dicembre è arrivato anche il sì dal Senato. Il cumulo gratuito dei contributi previdenziali per i giornalisti iscritti all’Inpgi e per i professionisti delle altre Casse privatizzate, è legge.
L’assemblea di Palazzo Madama, infatti, ha approvato con la fiducia, senza modifiche, il testo della Legge di Stabilità che contiene anche la norma sul cumulo pensionistico gratuito. Il cumulo dei contributi già versati senza oneri, visto che, inizialmente, era stato previsto gratuitamente soltanto per le gestioni previdenziali dell’INPS.
L’allargamento della norma alle Casse private è merito, prima di tutto, dell’azione condotta con tenacia e intelligenza dall’on. Marialuisa Gnecchi (PD) e dell’iniziativa di un gruppo trasversale di parlamentari che hanno firmato e sostenuto il suo emendamento, tra i quali Giovanni Mottola (FI), Gian Luigi Gigli (Democrazia Solidale – Centro Democratico) e Rocco Palese (Gruppo misto – Conservatori e Riformisti).
Ma c’è un merito “dietro le quinte” da riconoscere anche alla tenacia del collega giornalista Claudio Visani (Bologna), che con un’altra collega giornalista (Daniela Binello di Roma) si è impegnato in una battaglia per tentare di cancellare l’ingiustizia del ricongiungimento oneroso: una sorta di “estorsione” introdotta dall’allora ministro del lavoro Sacconi (legge 122, governo Berlusconi-Tremonti) nel luglio del 2010.
Giustizia è fatta! Quella norma – che da sei anni costringe i professionisti e molti colleghi giornalisti, che hanno periodi previdenziali spezzettati, a doversi pagare i contributi due volte, e a peso d’oro, per poter raggiungere la pensione – è superata: dal 2017 entra in vigore il cumulo gratuito.
L’antefatto: il 1° marzo 2016 i colleghi Visani-Binello, in una conferenza stampa organizzata alla Camera dei Deputati grazie al supporto delle deputate Marialuisa Gnecchi e Sandra Zampa (entrambe del PD), coinvolsero “chi ci stava” a sostenere l’emendamento sul cumulo gratuito. Alla Conferenza stampa parteciparono: il presidente FNSI Giuseppe Giulietti, il segretario dell’Associazione Stampa Romana Lazzaro Pappagallo e Giovanni Rossi dell’Associazione stampa Emilia-Romagna (in rappresentanza anche del segretario Serena Bersani che non poteva essere presente quel giorno). Partecipò, inoltre, anche il sen. Giorgio Pagliari (PD), il cui sostegno è stato strategico per l’approvazione al Senato.
Con la nuova norma chi maturerà i requisiti contributivi e anagrafici per la pensione di vecchiaia (66 anni e 7 mesi dal 2020 per i giornalisti, dopo la riforma dell’INPGI) o di anzianità (40 anni di contributi e 62 di età dal 2020), potrà andare in quiescenza anche se nella sua vita lavorativa i contributi li ha versati in gestioni diverse, comprese quelle separate (ad esempio in Inpgi Gestione principale e Inpgi 2 per i giornalisti), senza più doverli riunire nella gestione principale, come accade oggi con il meccanismo della ricongiunzione onerosa.
Significa, per esempio, che se un giornalista nel 2020 avrà 62 anni, 30 anni di contributi Inpgi Gestione principale e 10 di Inpgi 2 (oppure di INPS o di altre Casse private) potrà andare in pensione senza ulteriori esborsi: l’assegno gli verrà erogato pro-quota da ciascuna gestione.
Fino a oggi, invece, come nel caso del collega Claudio Visani, così come accaduto ad altri colleghi, per ricongiungere 10 anni di contributi INPGI 2 in INPGI Gestione principale bisogna pagare un “conto” assai salato, che può essere anche dell’ordine di diverse migliaia di euro.
L’unica alternativa, infatti, era quella di aderire al meccanismo della totalizzazione dei contributi, che però calcola la pensione con il metodo contributivo, erogando perciò assegni molto più bassi e cominciando a erogare gli assegni pensionistici soltanto 21 mesi dopo la maturazione del requisito (“finestra di uscita”).
Dal 2017, quindi, grazie al cumulo gratuito la musica cambia!
Si stima che la nuova norma possa interessare nei prossimi tre anni circa 35mila professionisti (giornalisti compresi), mentre dal 2020 potrebbero “uscire” tra le 13 e le 15mila persone all’anno.
Il cumulo, poi, ed è bene sottolinearlo, non sarà oneroso per le Casse private.
La norma, infatti, prevede come copertura un “definanziamento” per 210 milioni nei primi tre anni di applicazione del Fondo per gli interventi strutturali e del Fondo per le esigenze indifferibili. Il “definanziamento” diverrà poi strutturale per 100 milioni a decorrere dal 2019.
Si tratta, perciò, di una rilevante conquista di giustizia ed equità che interessa una platea complessiva di oltre 1,7 milioni di persone tra giornalisti, avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro, psicologi, chimici, geologi, biologi, medici, veterinari, infermieri, odontoiatri, agenti di commercio, agronomi, periti industriali, geometri, ragionieri, che – con questa norma – potranno raggiungere prima la pensione e senza oneri.
Nella nostra categoria giornalistica questa è una conquista. Nel mondo del giornalismo e dell’editoria le assunzioni a tempo indeterminato (Inpgi Gestione principale) sono ormai una rarità, mentre proliferano Partite Iva, freelance, lavoratori autonomi con contratti di collaborazione (Inpgi 2), quindi dobbiamo constatare che le carriere previdenziali risultano sempre più spezzettate e ciò rappresenta ormai una condizione comune a moltissimi colleghi.
Ora anche per i giornalisti precari, ma non solo per loro, si riapre la prospettiva di potere avere un giorno una pensione decente. E non a 70 anni e più!
Evviva! Doppio Evviva!