Cerca
Chiudi questo box di ricerca.

AGCOM:oggi il tavolo di confronto su “gogne mediatiche”

Condividi questo articolo:

Roma, 25 febbraio – E’ stata convocata per oggi 25 febbraio la prima riunione del tavolo di confronto che l’Autorita’ garante nelle Comunicazioni, presieduta da Corrado Calabro’, intende avviare per porre fine a quelle che la stessa Agcom ha definito “gogne mediatiche”, ovvero una sorta di ‘trasferimento’ nelle trasmissioni televisive – ‘Porta a porta’ e ‘Matrix’ su tutte – dei processi penali, specie poi quelli riguardanti eclatanti casi di cronaca. E gli esempi piu’ noti sono quelli che vanno dalla vicenda di Cogne a quella di Perugia, all’ultima in ordine di tempo, vale a dire il processo ai coniugi Olindo Romanio e Rosa Bazzi per la strage di Erba. La riunione si terra’ presso la sede della stessa Authority e vedra’ la presenza di rappresentanti della categoria giornalisti (l’Ordine in primo luogo), quindi delle emittenti televisive, sia pubblica che private e locali. La convocazione segue l’annuncio, una settimana fa, dell’approvazione da parte dell’Agcom di un atto di indirizzo (da oggi pubblicato sul sito dell’Authority) “sulle corrette modalita’ di rappresentazione dei procedimenti giudiziari nelle trasmissioni radiotelevisive”, atto finalizzato a porre termine ai processi mediatici, sottolineando che in caso contrario sarebbero arrivate le sanzioni. Ad annunciare l’approvazione del documento era stato lo stesso Calabro’ con una conferenza stampa appositamente convocata e durante la quale fu sottolineato che l’atto di indirizzo (relatori i commissari Giancarlo innocenzo Botti e Michele Lauria) rispondeva anche al recentissimo monito venuto dal primo presidente della Corte di Cassazione, Vincenzo Carbone, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Calabro’ aveva aggiunto che non era ammissibile che il ruolo di giudici, il ruolo dell’accusa e quello della difesa, come pure quello dei testimoni, “venga svolto da giornalisti, soggetti estranei al processo, addirittura figuranti come nelle docu-fi! ction ch e finiscono con l’ingannare il pubblico a casa”. Nessun limite alla liberta’ di informazione, aveva precisato il presidente, facendosi portavoce anche di tutti gli altri componenti dell’Authority, al cui interno peraltro non era mancata una discussione molto articolata e che questa volta alla fine aveva trovato tutti concordi sull’esigenza di condividere il pensiero che Calabro’ da tempo aveva manifestato in proposito. Ma al tempo stesso “l’informazione non puo’ assumere i caratteri di una gogna mediatica, di una spettacolarizzazione ispirata piu’ dall’amore dell’audience che dall’amore della verita’”. Come pure, “un’informazione trasformata in gogna mediatica e’ incompatibile con il diritto dello Stato a giudicare e con il diritto dei cittadini ad essere giudicati secondo i principi del giusto processo”. Inoltre non puo’ essere tollerato che ai ritardi nella giustizia si debba supplire “trasferendo il processo dalle aule giudiziarie alla televisione. Il processo lo deve fare il giudice, il giudice competente; l’accusa la deve sostenere il pubblico ministero; la difesa la deve assicurare l’avvocato. Non e’ ammissibile – aveva aggiunto Calabro’ – e contrasta con lo spirito degli indirizzi della commissione di Vigilanza che il ruolo di giudici, accusatori, difensori sia svolto da giornalisti o da soggetti estranei”.(AGI)

Il network