La notizia della morte di Cesare Roccati colpisce profondamente i giornalisti italiani e il loroSindacato. Con lui è morto un giornalista vero, un uomo di grande valore, un testimone rigoroso e
rispettoso dell’etica, un dirigente di categoria sino all’ultimo in prima linea, attento, impegnato ad
aiutare i più deboli e a dispensare i frutti della propria esperienza dopo aver lasciato gli incarichi
elettivi.
Cesare Roccati è stato infatti un giornalista di riferimento professionale e poi una personalità
rappresentativa dei colleghi. Dalla Gazzetta del Popolo, dove aveva iniziato la sua carriera, alla
Stampa, dove l’aveva chiusa da caporedattore di economia, c’è il filo comune di un radicamento
morale e culturale che lo ha portato ad essere giornalista credibile, attento ai diritti delle persone,
umano. Queste qualità di Roccati hanno poi contraddistinto la sua attività per la promozione della
qualità del giornalismo e la tutela dei colleghi, da dirigente di base regionale e nazionale,
affrontando in prima linea situazioni delicate e nuove: dalla prima esperienza di autogestione di un
giornale (Gazzetta del Popolo), al confronto della professione con le nuove tecnologie (la Stampa).
Presidente dell’Associazione della Stampa Subalpina, consigliere nazionale della Federazione
Nazionale della Stampa Italiana, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, Cesare
Roccati ha sempre vissuto i propri incarichi con spirito di servizio civile, con senso di giustizia,
senza mai rinunciare a proporre con nettezza le proprie posizioni, aperto al confronto con tutti.
La sua morte ad appena 66 anni è motivo di dolore e lutto per il giornalismo italiano. Alla famiglia
il cordoglio di tutta la Federazione Nazionale della Stampa Italiana.
Roma, 29 agosto 2008