* Procedura necessaria per ottenere i crediti formativi.
Il corso
La legge n. 69 del 19 luglio 2019, “Codice Rosso”, nasce come intervento urgente a tutela di donne e soggetti deboli che subiscono violenze, atti persecutori e maltrattamenti. L’aspetto procedurale prevede che la polizia giudiziaria riferisca immediatamente anche in forma orale al Pubblico Ministero, che nei casi di delitti di violenza domestica o di genere, entro tre giorni dall’iscrizione della notizia di reato, deve assumere informazioni dalla persona offesa o da chi ha sporto denuncia. Il provvedimento introduce numerosi inasprimenti di pena per reati di natura violenta contro donne o minori.
Ma cosa è cambiato dall’entrata in vigore della legge? Una macabra lista ha fatto registrare 120 femminicidi nel 2022 e quest’anno non è iniziato meglio. Allora, cosa non sta funzionando? Quali sono i limiti del Codice rosso? Indubbiamente bisogna prevedere ulteriori e importanti riforme mirate alla prevenzione.
Fondamentale anche la formazione che deve iniziare dalle scuole per arrivare a un reale cambiamento culturale fino alla consapevolezza che il concetto di parità di genere non toglie nulla a nessuno, ma piuttosto aiuta a comprendersi meglio, a crescere insieme. Dobbiamo necessariamente sradicare il concetto che la donna possa essere ancora considerata una sorta di proprietà dell’uomo – come accadeva nel Medioevo – tanto da farle del male o addirittura toglierle la vita.
Bisogna affrontare con la massima urgenza la questione culturale e formativa e il legislatore dovrebbe anche spostare il focus sull’autonomia economica declinata al femminile, sulle molestie al lavoro, su iniziative che sottraggono la donna e i figli dalla violenza. E’ ipotizzabile che la legge, improntata sulla logica della velocità e immediatezza, manchi di un più ampio disegno politico-istituzionale rivolto a garantire un perfezionamento dell’attività di rete e una più mirata formazione degli operatori.
Il legislatore dovrà approfondire la necessità di operare con un serrato coordinamento all’interno del sistema giudiziario, in particolare tra Procure ordinarie, Tribunale civile e magistratura minorile per accorciare i tempi dei procedimenti mirati all’attivazione di forme di sostegno morale e materiale in favore della persona offesa. E’ quindi fondamentale stabilire validi raccordi tra gli operatori pubblici, privati e del terzo settore.
Docenti
Il corso
La legge n. 69 del 19 luglio 2019, “Codice Rosso”, nasce come intervento urgente a tutela di donne e soggetti deboli che subiscono violenze, atti persecutori e maltrattamenti. L’aspetto procedurale prevede che la polizia giudiziaria riferisca immediatamente anche in forma orale al Pubblico Ministero, che nei casi di delitti di violenza domestica o di genere, entro tre giorni dall’iscrizione della notizia di reato, deve assumere informazioni dalla persona offesa o da chi ha sporto denuncia. Il provvedimento introduce numerosi inasprimenti di pena per reati di natura violenta contro donne o minori.
Ma cosa è cambiato dall’entrata in vigore della legge? Una macabra lista ha fatto registrare 120 femminicidi nel 2022 e quest’anno non è iniziato meglio. Allora, cosa non sta funzionando? Quali sono i limiti del Codice rosso? Indubbiamente bisogna prevedere ulteriori e importanti riforme mirate alla prevenzione.
Fondamentale anche la formazione che deve iniziare dalle scuole per arrivare a un reale cambiamento culturale fino alla consapevolezza che il concetto di parità di genere non toglie nulla a nessuno, ma piuttosto aiuta a comprendersi meglio, a crescere insieme. Dobbiamo necessariamente sradicare il concetto che la donna possa essere ancora considerata una sorta di proprietà dell’uomo – come accadeva nel Medioevo – tanto da farle del male o addirittura toglierle la vita.
Bisogna affrontare con la massima urgenza la questione culturale e formativa e il legislatore dovrebbe anche spostare il focus sull’autonomia economica declinata al femminile, sulle molestie al lavoro, su iniziative che sottraggono la donna e i figli dalla violenza. E’ ipotizzabile che la legge, improntata sulla logica della velocità e immediatezza, manchi di un più ampio disegno politico-istituzionale rivolto a garantire un perfezionamento dell’attività di rete e una più mirata formazione degli operatori.
Il legislatore dovrà approfondire la necessità di operare con un serrato coordinamento all’interno del sistema giudiziario, in particolare tra Procure ordinarie, Tribunale civile e magistratura minorile per accorciare i tempi dei procedimenti mirati all’attivazione di forme di sostegno morale e materiale in favore della persona offesa. E’ quindi fondamentale stabilire validi raccordi tra gli operatori pubblici, privati e del terzo settore.
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organizzati nel 2019
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svolte nell'ultimo anno
Posso acquistare il corso direttamente online?
Sì, certo. Ti puoi iscrivere al corso aggiungendolo al carrello e finalizzando l’acquisto pagando con carta di credito.
Perché i corsi sono suddivisi in Primo e Secondo Livello?
I corsi di Primo Livello affrontano conoscenze e pratiche base e sono dunque indirizzati a chi si avvicina per la prima volta ad una materia. Il Secondo Livello è invece pensato per chi ha già frequentato il Primo o per chi ha una comprovata esperienza equivalente.
Possono partecipare soltanto gli iscritti all’Ordine dei giornalisti?
No, la nostra formazione è aperta a tutti, dunque anche ai non giornalisti. Tuttavia gli iscritti all’Odg hanno la precedenza sui non iscritti in caso di raggiungimento del limite massimo dei posti disponibili.
Chi sono i docenti di Stampa Romana?
I nostri docenti sono tutti professionisti attivi mondo del giornalismo e della comunicazione, costantemente aggiornati su tutte le novità di settore.
I corsi prevedono una parte pratica?
Ogni corso è progettato e realizzato per trasmettere ai partecipanti non solo conoscenze teoriche ma anche il know how dell’esperienza sul campo. Gli appuntamenti prevedono dunque vari momenti di applicazione degli strumenti studiati in aula.
Acquistando il corso si ha diritto automaticamente ai crediti formativi?
No, per acquisire i crediti formativi è indispensabile registrarsi al corso anche sulla piattaforma Formazione Giornalisti.
Direttore Responsabile: Stefano Ferrante
Registrazione al Tribunale di Roma n°13 del 16/01/2009
PEC: stamparomana@pec.it