* Procedura necessaria per ottenere i crediti formativi.
Che cosa si nasconde dietro il sorriso di una bambina o di un bambino? Sicuramente la gioia, ma tante volte anche piccoli o grandi malesseri. Il disagio psicologico nei primi anni di vita non è sempre facilmente individuabile perché spesso le inquietudini vengono percepite come problemi passeggeri.
Per comprendere meglio come si strutturano le risposte comportamentali e psicosomatiche allo stress in tenera età bisognerebbe innanzitutto tener conto della fase dell’infanzia in cui si trova il bambino e dell’organizzazione del sistema familiare. I più piccoli, non disponendo di un linguaggio elaborato o di un’organizzazione comportamentale che evidenzi uno stato di sofferenza, abitualmente non ci offrono segnali evidenti. Crescendo, invece, i segnali diventano più palesi e si possono identificare con irritabilità, spiccata timidezza, pianto frequente, eccessiva remissività, difficoltà di concentrazione, inappetenza. Spesso, a cominciare dall’ambito familiare, si riscontra scarsa attenzione o superficialità nell’individuare le problematiche dei bambini. Quante volte l’intrattenimento di lunga durata davanti alla tv “salva” genitori o parenti troppo indaffarati? E quante volte, per attenuare un capriccio, mettiamo il nostro cellulare nelle manine dei piccoli dimenticando che tutti i device creano dipendenza e tendono ad isolare?
I segnali di sofferenza minorile talvolta rappresentano la conseguenza di alcuni comportamenti degli adulti aggressivi e persino violenti. Come individuarli? Il gioco e il disegno sono molto interessanti da analizzare perché qui i bambini proiettano emozioni e danno sfogo alla fantasia, mandando segnali del loro vissuto affettivo e relazionale. L’inserimento nelle scuole primarie fornisce poi ulteriori canali di espressione del disagio che si manifesta prevalentemente attraverso comportamenti ostili, atteggiamenti prepotenti, isolamento, bugie, disturbi del linguaggio.
Tutto ciò che riguarda l’infanzia è materia complessa che richiede grande sensibilità nell’approccio sia verbale che relazionale per l’individuazione delle problematiche e il modo di affrontarle perché nel delicato universo dei minori è facile rompere gli equilibri e lasciare ferite profonde. I nuclei familiari, compresi quello omogenitoriali, hanno il compito di garantire la serenità dei bambini ma spesso, proprio al loro interno, si celano conflitti, esasperazioni, tensioni e persino violenze e traumi. La scuola, a cui è affidata una notevole responsabilità di intermediazione tra bambini e famiglie, è fondamentale e rappresenta un grande osservatorio. Ma non basta. Serve una formazione mirata per sopperire alle tante mancanze che rischiano di rubare l’infanzia ai minori. Qual è il ruolo delle istituzioni?
Introduce e modera
Saluti istituzionali
Relatori
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