Incontro in Comune tra il presidente della Fnsi Giuseppe Giulietti, il sindaco di Latina Damiano Coletta, i rappresentanti di Stampa Romana, Articolo 21 e Ossigeno sul “caso Omizzolo”, il sociologo e giornalista che è stato recentemente bersaglio di gravi intimidazioni. Non è la prima volta che Marco Omizzolo, da tempo impegnato nello smascherare le agromafie, il caporalato e tutte le attività illecite che ruotano intorno allo sfruttamento nei campi, nelle aziende agricole e zootecniche subisce intimidazioni. Oltre cento le denunce presentate da Omizzolo nei confronti di imprenditori e caporali senza scrupoli. La risposta, stavolta, sono state gomme squarciate, parabrezza rotto e cofano devastato dell’auto acquistata poco tempo fa. “Forse – ha detto Omizzolo – sono stati toccati interessi rilevanti, ma probabilmente c’è anche dell’altro, e mi riferisco alla criminalità locale e agli ambienti di estrema destra che hanno spadroneggiato”.
Giuseppe Giulietti ha portato non solo la solidarietà della Federazione della Stampa, ma quella di tutti i giornalisti italiani decisi a non abbassare la guardia e a istituire una sorta di “scorta mediatica” nei confronti dei colleghi che vengono minacciati o intimiditi che non devono assolutamente essere lasciati soli.
“Partendo da questo episodio che è già su tavolo del ministro degli Interni – ha detto Giulietti – vogliamo raccogliere una documentazione su tutti gli altri episodi accaduti in provincia di Latina, comprese le querele temerarie, da portare all’attenzione dell’osservatorio costituito presso il ministero”.
Il sindaco Coletta che aveva già espresso la solidarietà a Omizzolo, ha ribadito che il percorso verso la legalità della sua Amministrazione è parallelo alla battaglia di Marco. “Un percorso lungo e difficile soprattutto quando si viene da un periodo in cui il peso della criminalità si è fatto sentire e che deve ancora essere del tutto bonificato”.
“L’affetto e la solidarietà che ho ricevuto – ha detto Omizzolo – mi spingono a continuare nel mio impegno di ricercatore e di informatore”.
Nell’incontro di ieri sono state annunciate altre iniziative a tutela della libertà di informare senza condizionamenti o minacce. Tra queste la intitolazione di una piazza alla cronista della Rai, Ilaria Alpi uccisa con l’operatore Miran Hrovatin 24 anni fa in Somalia proprio per le loro inchieste che avevano portato alla luce traffici internazionali illeciti di armi e rifiuti.
Gaetano Coppola
Fiduciario Stampa Romana Latina